Randagi prime vittime
Preoccupazioni nascono da sentenza del Tar sul caso del Comune di Stroncone di Marta Rosati
Un fenomeno dilagante, quello delle adozioni internazionali, che preoccupa fortemente i volontari e le volontarie delle associazioni animaliste, impegnati nella gestione dei canili e dei rifugi nel ternano. Lo chiamano il «racket delle adozioni, perché – spiegano i volontari di Enpa, canile Monte Argento e Mare (movimenti antritraffico randagi in Europa) – alla base ci sarebbe un malavitoso giro d’affari che, oltre a provocare un presunto danno all’erario, avrebbe effetti devastanti, talvolta letali, sugli animali».
E per questo mercoledì mattina le associazioni animaliste della città, e non solo, si sono ritrovate a Palazzo Spada. Qui si è spiegato come esistano casi di «soggetti che intascano soldi dalle amministrazioni per liberarle dei randagi e poi gestiscono un traffico internazionale di questi animali, complice la libera commercializzazione di bestiame a qualunque sia lo scopo che ancora resiste in molti Paesi». Il rischio è quello di veder cani trasformati in cavie da laboratorio o, peggio, oggetti del sesso nei film porno per soddisfare le più strane perversioni. Alla base delle preoccupazioni degli operatori ternani, che volontariamente prestano servizio presso le strutture del territorio dedicate agli animali, una sentenza del Tar dell’Umbria.
I fatti Tra il novembre 2012 e il gennaio 2013, il comune di Stroncone ha autorizzato l’associazione Animalia amo international al prelievo e all’adozione di cani randagi ricoverati presso il canile Natalucci. Di contro, la onlus Grandi Amici ha presentato ricorso, impugnando di fatto i provvedimenti dell’ente, in considerazione del fatto che l’affidamento dei cani vaganti ad associazioni protezionistiche è possibile solo previa iscrizione delle stesse al relativo albo regionale. Nell’elenco umbro però, l’Animalia Amo non compare. Inoltre, come previsto dalle norme vigenti in materia, gli affidi dovrebbero garantire il miglioramento delle condizioni di vita degli amici a quattro zampe ma in questo caso il Tribunale amministrativo ha accertato la morte di molti dei cani adottati. Il quadro normativo richiede anche che la rintracciabilità dell’animale. Il problema è che molti paesi, come Svizzera, Francia e Germania, ad esempio, sono sprovvisti di un sistema di microcippatura.
Non è tutto Lo stesso comune di Stroncone, con una delibera del 2012 (la numero 56), stabiliva che le adozioni estere sono possibili solo in assenza di richieste di affido provenienti da residenti in Umbria. Ma nel caso specifico, inviando animali in Germania, l’ente sapeva bene che almeno quattro richieste erano di provenienza regionale. «Nella stessa procedura – si legge nella sentenza del Tar – il Comune ha altresì omesso l’attivazione dei protocolli per movimentazione comunitaria di cani e gatti, che invece è obbligatoria e di fatto ha consegnato gli animali a soggetti della cui esistenza non si è certi; tutto ciò, riducendo sì il problema del randagismo, ma non tutelando il benessere dei cani». Il comune di Stroncone, contestando la ricostruzione dei fatti, si è costituito in giudizio ed ha chiesto la reiezione del ricorso. Lo stesso ha fatto la Claudia Röckl, anche come legale rappresentante dell’Animalia, parlando di infondatezza delle notizie.
La sentenza Il Tar dell’Umbria, alla luce del quadro normativo e considerando viziati i provvedimenti del comune di Stroncone ha così disposto «l’annullamento degli stessi, dichiarando nulle le 6 adozioni avvenute presso il canile Natalucci e aventi come destinazione la Germania». Una sentenza che, per tutte le associazioni animaliste del ternano, rappresenta un primo passo verso la fine di un fenomeno assai diffuso, su tutto il territorio nazionale ma che ha già scaturito una serie di conseguenze negative: le volontarie che stanno tentando di fermare questa pratica stanno ricevendo pesanti minacce. Un ringraziamento le associazioni lo hanno voluto rivolgere a tutte quelle amministrazioni, a cominciare da quella di Terni, che continuano a sostenere il loro operato.
Fonte Umbria24